Sci Club Valzoldana / val di Zoldo / Dolomiti Belluno

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Il suo prodotto è famoso in tutta la provincia
Lo storico pastin del «Tita»
16.03.06

Mario Agostini
  DONT DI ZOLDO . Il pastin d'autore del Tita, che da 40 anni porta avanti la preparazione di uno dei simboli della gastronomia montana. Tutti i turisti che visitano la val di Zoldo almeno una volta lo hanno assaggiato, visto che il suo pastin lo si trova in tutte le macellerie della valle. E quello del Tita è particolarmente buono.  La macelleria si affaccia su piazza Santa Caterina di Dont, rivitalizzata dall'amministrazione comunale di Forno grazie ai contributi dell'Unione europea.  «Fino a 20 anni fa», spiega Tita Panciera, «accanto alla macelleria funzionava il macello. Successivamente ci siamo serviti di quelli di Agordo, Feltre e Longarone». Il pastin è sempre stato il filo conduttore del lavoro di Tita. «Mio papà Giuseppe», dice Tita, «aveva imparato il segreto da un certo Davide. Erano i tempi nei quali quasi tutte le famiglie della valle allevavano suini. Il compito di macellarli e preparare salami, cotechini e pastin spettava ai macellai del paese. Il pastin ha subito preso piede, incontrando il gusto della gente».  Semplice la preparazione: «E' un misto di carne di maiale (65% soprattutto spalla e pancetta) e di manzo (35%). Si tagliano i pezzi e si macinano. Nella pasta ottenuta viene aggiunto sale, pepe, aglio e vino bianco quanto basta. Poi il tutto viene amalgamato e fatto riposare. Dopo poche ore si può consumare in svariate preparazioni, ma anche crudo in un panino. L'ideale è consumarlo il giorno dopo, perchè più armonioso ed equilibrato».  Quanto pastin è stato consumato in questi anni?  «Non è pssibile fare un calcolo, anche perchè i turisti lo portano a casa quando ripartono».  A tal proposito la moglie Pia (da 40 anni ad impastare pastin) parla di un aneddoto. «Subito dopo la conclusione della tappa del Giro d'Italia a Palafavera», esclama la signora Pia, «la piazzetta davanti alla macelleria era piena di gente in attesa di comprare il pastin».  Passano gli anni, ma Tita e la signora Pia non si fermano: «La passione e le gratificazioni ci spingono ad andare ancora avanti, ma in due è abbastanza duro lavorare tutti i giorni. Meno male che il sabato ci dà una mano la più giovane delle nostre figlie. Il riscontro è positivo ed i nostri clienti-amici ritornano sempre e fanno da passa parola». «No», conclude Tita (classe 1933), «state tranquilli, non ho fretta di chiudere bottega, la mia attività va avanti».



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