ZOLDO ALTO. Non c'è idrazina diffusa nell'aria di Soramaé ed è stato negativo pure l'esito delle rilevazioni di radioattività.
La buona notizia è giunta ieri dal Dipartimento provinciale di Belluno dell'Arpav, attivato dalla Prefettura sulla vicenda dell'F-16 caduto (a quanto pare, e fortunatamente, senza armi a bordo). «Le più gravi preoccupazioni relative alle possibili conseguenze inquinanti dell'incidente sono fugate», assicurano dall'Arpav, che però non ha concluso le verifiche, «Adesso, si tratta di controllare il terreno attorno al punto di impatto dell'aereo, poi toccherà alle analisi sull'acqua, del vicino ruscello e del sottosuolo».
Resta da valutare l'incidenza sull'ambiente del cherosene fuoriuscito dai serbatoi dell'F-16, quindi dovranno essere tenuti sotto controllo altri inquinanti eventualmente dispersi nello schianto, i metalli in primo piano.
«Dipenderà da noi, ma anche dalla collaborazione delle autorità militari», fanno sapere all'Arpav. I residui controlli devono sottostare ai tempi delle inchieste in corso, la consolazione è che riguarderanno elementi nocivi, ma non così terribili come quelli esclusi dalle verifiche immediate.
L'idrazina era l'incubo dei tecnici intervenuti, ed è stato cancellato. «E' una sostanza molto tossica», dicono all'Arpav, «potenzialmente cancerogena. Se viene respirata o inalata in forma di vapore, provoca effetti acuti, bruciori, tosse, cefalee, vertigini e difficoltà respiratorie». I sintomi possono manifestarsi anche dopo 10-12 ore.
Normalmente, un F-16 ne porta a bordo 200 litri, conservati in un serbatoio sotto l'abitacolo. A cosa servono? In caso di avaria, l'idrazina fa funzionare un motore d'emergenza e i sistemi elettrici dell'apparecchio. Bruciata ed espulsa dal velivolo, non dà problemi («A parte i soliti inconvenienti relativi ai gas di scarico»), ma se arriva a terra in una carlinga che precipita possono essere guai seri.
Per questo, «i vigili del fuoco si sono subito attivati per i controlli», riferiscono ancora dall'Arpav, «Con coraggio e bravura e con le attrezzature di cui li abbiamo dotati per le campionature, hanno analizzato l'aria sia nei pressi delle case di Soramaé, sia nella cosiddetta "zona rossa", nel perimetro più vicino ai rottami dell'F-16, accessibile martedì sera al personale specializzato e oggi (ieri, ndr) posto sotto sequestro e interdetto a tutti».
La conferma viene dal 51º Stormo di Istrana, dal maggiore Francesco Morra: «Non è stata rilevata presenza di inquinanti solidi nell'area. Gli additivi chimici più pericolosi sono stati evidentemente bruciati o comunque consumati prima dello schianto. Il cherosene? Non avrà conseguenze».
Gli esperti Arpav non sono così ottimismi, ma nemmeno alimentano perplessità che ieri riguardavano soprattutto la puzza di idrocarburi diffusa sotto la case più basse di Soramaé. «Sentire l'odore del cherosene», è la rassicurazione Arpav, «per quanto sgradevole non equivale a respirare il cherosene».
Insomma, prudenza senza allarmismi: «Siamo più tranquilli, fugati i dubbi riguardanti idrazina e radioattività, ma non possiamo dire che non è successo niente». L'augurio è che, militari permettendo, lo dicano le prossime analisi.
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