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19.09.07
DISASTRO SFIORATO Un giovane di Soramaè ha visto il caccia americano passare a pochi metri dal tetto della sua abitazione prima dello schianto
«Ho pensato: adesso mi disintegra la casa» Ora però sulla frazione di Zoldo Alto incombe lo spettro idrazina, una sostanza contenuta nel carburante che è tossica e cancerogena
 Zoldo Alto
«Mi trovavo fuori di casa, a pochi metri dall'abitazione, quando ho sentito un boato violentissimo, assordante. Ho avuto sì e no il tempo di alzare gli occhi al cielo e dal nulla ho visto materializzarsi questo aereo. Sarà passato a non più di un metro dal tetto della casa. Ero assolutamente certo che l'avrebbe disintegrata. Invece è sfilato via e dopo pochi istanti si è schiantato lì, nel boschetto».
Morris Martin ha ancora negli occhi la sagoma affusolata dell'F16 che, solo per puro caso, non è precipitato nella proprietà in cui vive assieme ai familiari, padre, madre e fratello. «In quel momento la casa era vuota - riprende -. I miei non c'erano e mio fratello era fuori con me. Dopo averla sfiorata, il caccia ha mancato di un pelo anche quella di mio zio. Poi abbiamo visto una grande fiammata e tutta la zona è stata invasa da un puzzo insostenibile di cherosene».

Morris non è stato l'unico a vivere l'incubo. Tutti gli abitanti di Soramaè, piccola frazione di Zoldo Alto, hanno attraversato gli stessi momenti di panico, scossi da un evento che poteva avere conseguenze tragiche per l'intera comunità.
Mauro Dal Mas, edicolante della vicina Fusine racconta: «Ero dentro il negozio con un cliente quando abbiamo sentito un fortissimo botto. Siamo corsi fuori giusto in tempo per vedere l'aereo cadere, anzi, scoppiare a poche centinaia di metri di distanza. Uno spettacolo terrificante. Siamo subito corsi sul posto: si era completamente disintegrato. Poi abbiamo visto, a una certa distanza, che il pilota era riuscito a mettersi in salvo. Scendeva lentamente verso Forno».

Il pilota, appunto. Americano, di 36 anni, è sceso col paracadute sul tratto di strada che da Dont va a Forno di Zoldo ed è stato caricato da un automobilista che l'ha accompagnato fino alla caserma dei carabinieri. Grazie a un interprete gli uomini dell'Arma si sono fatti raccontare l'accaduto. Il militare sarebbe apparso tranquillo e sicuro di sè, come se il drammatico episodio di cui era stato protagonista fosse del tutto normale.

«Eppure poteva cadere sulle nostre case, poteva spazzare via tutto il borgo - dice Vilma Scarzanella -. In quel momento c'era un vento fortissimo e mi sono affacciata alla finestra per dare un'occhiata ai fiori. Ho sentito subito quel rombo sordo e terribile e dentro di me ho pensato che stesse passando da qualche parte un mezzo spazzaneve. Poi ho visto il caccia cadere di punta dentro il bosco, una grande fiammata e non molto tempo più tardi un elicottero che si è avvicinato alla scena del disastro ma senza raccogliere nessuno».

Giornata tremenda anche per il sindaco di Zoldo Alto, Roberto Molin Pradel: «Abbiamo fatto tutto ciò che era nelle nostre competenze per attivare le attività di soccorso. Per fortuna non ci sono state gravi conseguenze. Poteva andare molto, ma molto peggio». In realtà a tarda ora sono giunte alcune indiscrezioni, per il momento ufficiose, sulla presenza di idrazina nel carburante del velivolo che al momento dello schianto viaggiava a pieno carico: è una sostanza tossica e cancerogena che si è sparsa in tutta l'area finendo probabilmente nelle acque del vicino torrente Maè. Il disastro ambientale non è più solo un'ipotesi.

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