la Storia dello Sci Club// Gli Anni '50
Facendo leva sulla constatazione che un'unica struttura organizzativa non consentiva di soddisfare tutte le proposte di una popolazione così sparsa sul territorio (ma - più verosimilmente - dando corpo e voce a ragioni di campanile), già alla fine degli anni Quaranta si assiste a una frantumazione delle forze. In questo, un ruolo importante lo gioca con probabilità anche la percezione dì un trattamento diverso riservato ad atleti, organizzatori e appassionai delle diverse frazioni rispetto a quelli del Capoluogo.
Risale al 1949 la costituzione della "Polisportiva Monte Civetta" con sede a Goima (amministrativamente in territorio del comune di Zoldo Alto, ma, da sempre, più propensa a gravitare su Forno) e dello Sci Club Cai Pelmo, che intende invece raccogliere attorno a sé gli appassionati di sci della parte alta della valle. Ancora, nascono il "5 Campanili" (che però sceglie l'affiliazione al CSI) e lo "Spiz Zuel", a testimonianza di un fiorire di iniziative che - se fosse esistita una base numerica tale da poter funzionare da serbatoio per tutti - avrebbero dato una straordinaria accelerazione alla crescita dello sci.
Ma lo strappo più sensibile, che produce gli effetti più duraturi, è quello che matura nel 1951, anno di costituzione dello "Sci Club Brognona" con sede a Fornesìghe. Le interpretazioni circa il nome sono diverse; le più accreditate lo fanno risalire alla presenza di vecchi ciliegi ('brognuol" è, genericamente, un arbusto spinoso) nella zona dove vengono allestite le piste di discesa. Il nome sarebbe poi passato al luogo e da questi al sodalizio. Sono diversi i motivi che fanno di questa divisione un "caso".
Innanzitutto la vicinanza: se i primi due club che abbiamo sopra citato possono accampare motivazioni che definiremo geografiche, i distacco di una costola cosi vicina non può che essere vissuto in maniera traumatica. Poi, il fatto che viene determinandosi un travaso di dirigenti, di atleti, di sostenitori, forze che hanno costituito il nerbo che aveva permesso la crescita - per tanti aspetti spettacolare - dello Sci Club Val Zoldana.
Persone che vivono a stretto contatto di gomito, che magari hanno rapporti in altre attività della vita quotidiana, eche si combattono aspramente su un piano che vorrebbe presentare i connotati della sfida sportiva ma che produce effetti certamente negativi.
Basti pensare al fatto che i diversi sodalizi partecipano separati alle gare zonali e nazionali, ottenendo l'inatteso - e certo non gradito risultato di moltiplìcare le spese riducendo nel contempo la possibilità di fruire di premi e contributi che la Federazione assegnava sul la base dei risultati agonistici conquistati da ogni singolo club. E una ferita profonda, che rimane aperta per diversi anni, fino a quando il tempo e l'opera di quanti hanno l'esatta percezione della gravità della situazione e dei suoi possibili esiti dirompenti non intervengono a porvi rimedio.
Passano sette lunghi anni di separazione e almeno tre di tentativi di approccio, di serrate trattative, di proposte di mediazione, prima di giungere al febbraio del 1958 quando si ricompone la frattura.
Vengono sciolti lo Sci Club Brognona, lo Sci Club Valle Zoldana e la Polisportiva Monte Civetta (le altre società erano già state riassorbite) e sulle loro ceneri nasce lo Sci Club Valle Zoldana.
Alla presidenza viene eletto Egido Cordella, Giobatta Sommariva è il segretario. La sede del neonato Sci Club Valle Zoldana viene fissata a Forno al Bar Caffè Centrale (al civico numero 44 di via Roma), che dispone di una sala dalle dimensioni idonee per ospitare le riunioni del sodalizio, in attesa di trovare una sistemazione definitiva.
È già un significativo miglioramento rispetto ai passati anni pionieristici, quando le riunioni si tenevano a turno a casa di un socio che metteva a disposizione la propria abitazione. Ma, anche dopo aver fissato la sede al Bar Centrale, il cuore pulsante dello Sci Club continua ad essere poco più avanti, nell'osteria di Giobatta Sommariva. Il Tita, come veniva chiamato, segretario del sodalizio, è di fatto uno straordinario motore capace di coinvolgere tutti e risolvere ogni sorta di problema.
Intanto si trova in una posizione a dir poco strategica: la gestione del bar-tabacchi e più ancora dell'unico distributore di carburante della valle ne fanno un punto di passaggio obbligato per tutti. Poi, la sua capacità di districarsi nei meandri della burocrazia (contratti di lavoro, visti per l'espatrio, rilascio o rinnovo delle licenze) lo rendono un supporto indispensabile per tutti coloro che sono costretti lontano da casa per la maggior parte dell'anno. Il fatto poi di essere uno dei pochi a non emigrare lo mette nella condizione di poter regolare tutte le questioni inerenti allo Sci Club. Ma la sua visione dei compiti assegnategli non si limita al disbrigo delle pratiche; il Tita diventa infatti un vero e proprio fulcro attorno al quale ruota tutto il sodalizio.
Per esempio, quanti passano dal suo distributore - praticamente tutti!- si vedono spesso "invitati" a mettere il loro mezzo a disposizione per il trasporto degli atleti. C'è sicuramente una forte emozione in lui, quando - è il 1° giugno 1958- trasmette al Comitato Veneto della Fisi copia del nuovo statuto, allegato a una breve lettera con la quale comunica "..l'avvenuta costituzione di un unico sci club in Val Zoldana".
Una conferma di quanto sia stato profondo lo strappo si ha leggendo il testo del nuovo statuto, che certamente è stato il frutto di lunghe trattative. In particolare nei punti che trattano dell'organico amministrativo e dell'organizzazione delle gare si può cogliere un lavoro fatto con certosina pazienza, una lunga mediazione tra le esigenze, le istanze, i desideri, probabilmente anche l'amor proprio, delle diverse componenti.
Alla guida del nuovo sodalizio c'è un comitato direttivo e i nove membri che lo compongono, eletti dai soci, "..devono pro-venire in numero eguale di 3 da ogni sottosezione". A designare, anche mediante prove di selezione, gli atleti che difenderanno i colori del club nelle gare esterne, è preposta una commissione tecnica i cui tre membri "..proverranno uno per ogni sottosezione". E ancora: "Le gare in Calendario F.I.S.I. saranno distribuite con il seguente criterio di massima: discesa libera o slalom gigante a Fornesighe, staffetta alpina o nordica a Goima. fondo a Forno, slalom speciale a Dozza".
Accanto a questa disamina così puntuale, fa capolino anche una visione più allargata: in presenza di esigenze locali, potranno essere promosse iniziative in coordinamento con lo Sci Club Zoppe "...accettando, ove del caso, l'affigliazione della medesima, con parità di diritti e doveri delle attuali sottosezioni".
(tratto dal libro "Con Gli Sci in testa - un secolo di Storia dello sci in Val di Zoldo" a cura di Silvano Cavallet e Paolo Lazzarin, ©1997 Sci Club Valzoldana)
Risale al 1949 la costituzione della "Polisportiva Monte Civetta" con sede a Goima (amministrativamente in territorio del comune di Zoldo Alto, ma, da sempre, più propensa a gravitare su Forno) e dello Sci Club Cai Pelmo, che intende invece raccogliere attorno a sé gli appassionati di sci della parte alta della valle. Ancora, nascono il "5 Campanili" (che però sceglie l'affiliazione al CSI) e lo "Spiz Zuel", a testimonianza di un fiorire di iniziative che - se fosse esistita una base numerica tale da poter funzionare da serbatoio per tutti - avrebbero dato una straordinaria accelerazione alla crescita dello sci.
Ma lo strappo più sensibile, che produce gli effetti più duraturi, è quello che matura nel 1951, anno di costituzione dello "Sci Club Brognona" con sede a Fornesìghe. Le interpretazioni circa il nome sono diverse; le più accreditate lo fanno risalire alla presenza di vecchi ciliegi ('brognuol" è, genericamente, un arbusto spinoso) nella zona dove vengono allestite le piste di discesa. Il nome sarebbe poi passato al luogo e da questi al sodalizio. Sono diversi i motivi che fanno di questa divisione un "caso".
Innanzitutto la vicinanza: se i primi due club che abbiamo sopra citato possono accampare motivazioni che definiremo geografiche, i distacco di una costola cosi vicina non può che essere vissuto in maniera traumatica. Poi, il fatto che viene determinandosi un travaso di dirigenti, di atleti, di sostenitori, forze che hanno costituito il nerbo che aveva permesso la crescita - per tanti aspetti spettacolare - dello Sci Club Val Zoldana.
Persone che vivono a stretto contatto di gomito, che magari hanno rapporti in altre attività della vita quotidiana, eche si combattono aspramente su un piano che vorrebbe presentare i connotati della sfida sportiva ma che produce effetti certamente negativi.
Basti pensare al fatto che i diversi sodalizi partecipano separati alle gare zonali e nazionali, ottenendo l'inatteso - e certo non gradito risultato di moltiplìcare le spese riducendo nel contempo la possibilità di fruire di premi e contributi che la Federazione assegnava sul la base dei risultati agonistici conquistati da ogni singolo club. E una ferita profonda, che rimane aperta per diversi anni, fino a quando il tempo e l'opera di quanti hanno l'esatta percezione della gravità della situazione e dei suoi possibili esiti dirompenti non intervengono a porvi rimedio.
Passano sette lunghi anni di separazione e almeno tre di tentativi di approccio, di serrate trattative, di proposte di mediazione, prima di giungere al febbraio del 1958 quando si ricompone la frattura.
Vengono sciolti lo Sci Club Brognona, lo Sci Club Valle Zoldana e la Polisportiva Monte Civetta (le altre società erano già state riassorbite) e sulle loro ceneri nasce lo Sci Club Valle Zoldana.
Alla presidenza viene eletto Egido Cordella, Giobatta Sommariva è il segretario. La sede del neonato Sci Club Valle Zoldana viene fissata a Forno al Bar Caffè Centrale (al civico numero 44 di via Roma), che dispone di una sala dalle dimensioni idonee per ospitare le riunioni del sodalizio, in attesa di trovare una sistemazione definitiva.
È già un significativo miglioramento rispetto ai passati anni pionieristici, quando le riunioni si tenevano a turno a casa di un socio che metteva a disposizione la propria abitazione. Ma, anche dopo aver fissato la sede al Bar Centrale, il cuore pulsante dello Sci Club continua ad essere poco più avanti, nell'osteria di Giobatta Sommariva. Il Tita, come veniva chiamato, segretario del sodalizio, è di fatto uno straordinario motore capace di coinvolgere tutti e risolvere ogni sorta di problema.
Intanto si trova in una posizione a dir poco strategica: la gestione del bar-tabacchi e più ancora dell'unico distributore di carburante della valle ne fanno un punto di passaggio obbligato per tutti. Poi, la sua capacità di districarsi nei meandri della burocrazia (contratti di lavoro, visti per l'espatrio, rilascio o rinnovo delle licenze) lo rendono un supporto indispensabile per tutti coloro che sono costretti lontano da casa per la maggior parte dell'anno. Il fatto poi di essere uno dei pochi a non emigrare lo mette nella condizione di poter regolare tutte le questioni inerenti allo Sci Club. Ma la sua visione dei compiti assegnategli non si limita al disbrigo delle pratiche; il Tita diventa infatti un vero e proprio fulcro attorno al quale ruota tutto il sodalizio.
Per esempio, quanti passano dal suo distributore - praticamente tutti!- si vedono spesso "invitati" a mettere il loro mezzo a disposizione per il trasporto degli atleti. C'è sicuramente una forte emozione in lui, quando - è il 1° giugno 1958- trasmette al Comitato Veneto della Fisi copia del nuovo statuto, allegato a una breve lettera con la quale comunica "..l'avvenuta costituzione di un unico sci club in Val Zoldana".
Una conferma di quanto sia stato profondo lo strappo si ha leggendo il testo del nuovo statuto, che certamente è stato il frutto di lunghe trattative. In particolare nei punti che trattano dell'organico amministrativo e dell'organizzazione delle gare si può cogliere un lavoro fatto con certosina pazienza, una lunga mediazione tra le esigenze, le istanze, i desideri, probabilmente anche l'amor proprio, delle diverse componenti.
Alla guida del nuovo sodalizio c'è un comitato direttivo e i nove membri che lo compongono, eletti dai soci, "..devono pro-venire in numero eguale di 3 da ogni sottosezione". A designare, anche mediante prove di selezione, gli atleti che difenderanno i colori del club nelle gare esterne, è preposta una commissione tecnica i cui tre membri "..proverranno uno per ogni sottosezione". E ancora: "Le gare in Calendario F.I.S.I. saranno distribuite con il seguente criterio di massima: discesa libera o slalom gigante a Fornesighe, staffetta alpina o nordica a Goima. fondo a Forno, slalom speciale a Dozza".
Accanto a questa disamina così puntuale, fa capolino anche una visione più allargata: in presenza di esigenze locali, potranno essere promosse iniziative in coordinamento con lo Sci Club Zoppe "...accettando, ove del caso, l'affigliazione della medesima, con parità di diritti e doveri delle attuali sottosezioni".
(tratto dal libro "Con Gli Sci in testa - un secolo di Storia dello sci in Val di Zoldo" a cura di Silvano Cavallet e Paolo Lazzarin, ©1997 Sci Club Valzoldana)