Storia// La Coppa del Mondo

Uno sviluppo così rilevante sotto il profilo organizzativo non poteva che mettere prima o poi tra i suoi obiettivi l'apertura della valle alle competizioni internazionali. Seguendo la via dell'approccio progressivo, il debutto avviene con le gare FIS giovani, prove che vedono sfilare sulle piste zoldane diversi atleti destinati recitare, in seguito, partì importanti sulla scena internazionale.

Il passo successivo è l'organizzazione della Coppa Europa che, per quattro stagioni di fila - dal 1981 al 1984- fa tappa in Zoldo.
Le qualità organizzative, la capacità di affrontare i complessi problemi e una simile competizione comporta, le sinergie messe in campo, e costìtuiscono un biglietto da visita decisamente importante, al punto che il presidente federale, Arrigo Gattai, può affermare che la valle "è stata promossa sul campo". Si tratta della consacrazione ufficiale, della chiave che apre la porta al top del circuito bianco: la Coppa del Mondo. Si possono così prendere i primi contatti con il variegato complesso - e difficile anziché no - mondo degli organizzatori.

E nel 1985 che Demetrio Mosena - il responsabile della segreteria dello Sci Club Val Zoldana - partecipa a una riunione in Liechtenstein, durante la quale si fa il punto della situazione, anche alla luce delle nuove esigenze che stanno maturando. L'impegno è senza dubbio gravoso, ma il direttivo del sodalizio - un gruppo affiatato ricco d'inventiva e volontà - coordinato da Dino Arnoldo, piacciono le sfide ìmportanti.
Arriva finalmente la tanto desiderata assegnazione: il 5 febbraio 1986 le reginette del circo bianco, i cui nomi occupano le pagine di tutti i giornali sportivi, si sarebbero misurate sulle piste di Zoldo.
Che cosa abbia significato questa assegnazione per tutta la popolazione zoldana è difficile da descrivere.
Si assiste a una risposta collettiva che ha dello straordinario, una riproposizione di quanto era avvenuto con la prima grande manifestazione di ampio respiro, la finale dei Giochi della Gioventù. La macchina si mette in moto senza scosse, quasi che si trattasse di una situazione normale, che non poteva non approdare prima o poi in valle. La disponibilità della popolazione è tale che rientra nella norma anche il fatto che singole persone offrano spontaneamente un contributo per fronteggiare il vero ostacolo che si pone davanti agli organizzatori: quello economico.
Infatti la "valanga rosa" non ha ancora sfondato in maniera definitiva e gli sponsor non sono così munifici da garantire la completa copertura finanziaria. Ma si avanti, sulle ali di un entusiasmo che permette di superare ogni ostacolo. Come a voler sfidare le capacità dell'organizzazione, ci si mette anche Giove Pluvio, che non ha alcuna intenzione di far cadere la neve e tiene a lungo in apprensione gli organizzatori. Squadre di volontari, lavorando senza tregua giorno e notte, "costruiscono" letteralmente la pista, andando a prendere la neve nei pochi luoghi dove si era accumulata e spostandola lungo il tracciato della pista.
Poi, come talora accade, si passa all'estremo opposto. Mancano tre giorni alla gara e la tanto auspicata neve arriva, e ne arriva anche troppa, al punto che bisogna rimettere mano alla preparazione della pista, ancora una volta lavorando giorno e notte. Troppa neve significa però anche strada interrotta e le vie di comunicazione sono assolutamente vitali. I veicoli della Rai, responsabile dei collegamenti internazionali, sono bloccati a Mezzocanale e senza televisione non c'è alcun riscontro della gara. Ecco allora che ci si industria a scendere lungo il Canale con mezzi in grado di trainare a rimorchio le strutture tecniche fino a Pecol.
Insomma, in quell'occasione tutto quanto poteva succedere per mettere alla prova gli organizzatori è davvero capitato! Ma gli sforzi vengono premiati e il primo appuntamento con la Coppa del Mondo riscuote il meritato successo.

La pista è quella delle Foppe, i tracciati sono dello svizzero Chevalier e del francese Molier,
la partenza è a quota 1720, l'arrivo a 1370, con un dislivello di 350 metri. Ci sono tutti i bei nomi del "circo rosa", da Maria Walliser a Mateja Svet, da Micaela Figini a Erica Hess, da Ferrine Pelen a Bianca Fernandez Ochoa.
Le azzurre sono ancora lontane dal podio, ma per Cecilia Lucco, Karla Delago, Fulvia Stevenin, Micaela Marzola e Daniela Zini gli applausi sono calorosi e sìnceri. Vince la Walliser davanti alla Svet e alla Charvatova, già reginetta dell'Universiade bellunese di qualche anno prima.

La bravura e l'impegno degli zoldani non passano inosservati e, appena dieci mesi dopo, la valle torna ad essere protagonista in Coppa del Mondo femminile, questa volta con due prove: un gigante e uno slalom, che vengono disputati il 20 e 21 dicembre 1986.
Ormai la macchina è collaudata e tutto si muove con perfetto sincronismo, come riconoscono tutti gli addetti ai lavori. Sul podio del gigante si riconferma Maria Walliser davanti alla Ochoa.
Lo slalom - stessa pista ma percorso più breve - risulta una passerella svizzera con Erika Hess e Brigitte Oertli ai primi due posti. Terza è l'austriaca Claudia Strobl che per otto centesimi nega la gioia del podio a Paolella Magoni. Quelloche appena qualche anno addietro poteva essere considerato un sogno è diventato realtà. La Valzoldana si è ritagliata - grazie alla corale partecipazione della sua gente - uno spazio importante nel panorama internazionale.

Per due volte ancora le migliori atlete del mondo sono protagoniste sulle Foppe. Nel dicembre 1988 (si tratta di un gigante che l'implacabile Vreni Schneider fa suo davanti alla Svet e alla Wachter) e nel dicembre 1990 (di nuovo due gare, con Petra Kronberger che con una splendida doppietta precede la Schneider nel gigante e la Salvenmoser nello speciale).
È a questo punto che anche questa splendida esperienza finisce. Gli impegni, soprattutto di carattere economico, sono sempre più pressanti e probabilmente si allenta anche il rapporto con le strutture federali (nelle quali sono nel frattempo maturati profondi cambiamenti), indispensabile per poter continuare.

Così, con la consueta dignità, Zoldo esce dal grande circo bianco, anche se la sua organizzazione e la sua tenacia inducono il Comitato promotore di Cortina quale sede olimpica del 1992, a designarla quale riserva per le gare femminili.


COPPA DEL MONDO FEMMINILE Sci Alpino
ALBO D'ORO DELLE PROVE DISPUTATE IN VALZOLDANA (PISTA "FOPPE")
04/3/1986
SLALOM GIGANTE
1°) Maria Walliser (Sui)
2°) Mateja Svet (Yug)
3°) Diga Charvatova (Tch)
20/12/1986
SLALOM GIGANTE
1°) Maria Walliser (Sui)
2°) Bianca Ochoa (Sp)
3°) Michela Figini (Sui)
02/12/1986
SLALOM SPECIALE
1°) Erika Hess (Ch)
2°) Brigitte Oertli (Suiì
3°) Claudia Strobl (A)
17/12/1988
SLALOM GIGANTE
1°) Vreni Schneider (Sui)
2°) Mateja Svet [Yug)
3°) Anita Wachter (A)
01/12/1990
SLALOM GIGANTE
1°) Petra Kronberger (A)
2°) Vreni Schneider (Sui)
3°) Pernilla Wiberg (Swe)
02/12/1990
SLALOM SPECIALE
1°) Petra Kronberger (A)
2°) Ingrid Salvenmoser (A)
3°) Patricia Hauvet (F)
(tratto dal libro "Con Gli Sci in testa - un secolo di Storia dello sci in Val di Zoldo" a cura di Silvano Cavallet e Paolo Lazzarin, ©1997 Sci Club ValZoldana)